L’agobiopsia prostatica è una manovra chirurgica ambulatoriale che si esegue nel sospetto di un tumore prostatico dove viene prelevato del tessuto prostatico per analizzarlo.
La manovra può essere eseguita in due modi:
TRANSRETTALE- L’ago bioptico trapassa il retto e preleva il tessuto prostatico
TRANSPERINEALE- L’ago bioptico trapassa il perineo (ai lati dell’orifizio anale) e arriva direttamente nel tessuto prostatico
Negli ultimi anni la tecnica più usata nei vari centri urologici è stata quella transperineale. La manovra viene eseguita in anestesia locale, all’occorrenza può essere fatta anche una sedazione endovenosa.
Il paziente viene posizionato in posizione ginecologica e attraverso l’ausilio di una sonda ecografica transrettale vengono eseguiti due accessi ai lati dell’orifizio anale e prelevati frammenti di tessuto prostatico che viene mandato ad analizzare all’anatomo patologo.
In genere vengono eseguiti almeno 8 prelievi per lobo prostatico (16 in totale)
L’avvento della RMN Prostatica Multiparametrica ha permesso di identificare delle aree all’interno della prostata che sono più a rischio per tumore, tuttavia quasi sempre non c’è un corrispettivo ecografico della lesione descritta alla RMN, quindi quando viene eseguita una biopsia si “cerca” di indirizzare l’ago proprio nell’area descritta ma non si ha la certezza che l’ago abbia perfettamente “biopsiato” l’area sospetta.
Proprio per questo problema negli ultimi anni sono stati studiati dei sistemi per “fondere” l’immagine ecografica con quella della RMN così per avere la certezza di dove eseguire il prelievo.
Non esiste un vero e proprio standard di puntamento, di base esistono due sistemi:
Eseguire una biopsia prostatica fusion vuol dire avere più precisione e accuratezza nell'eseguire il prelievo, eseguire meno prelievi (meno traumatismo).
Nel mio studio medico è stato acquisito un ecografo di ultima generazione proprio per eseguire biopsie di fusione per via transperineale.